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Avvento 3

  • gigliolatuggia
  • 9 dic 2022
  • Tempo di lettura: 7 min

L’annunciazione – Incontro Ospiti della Parola 9 dicembre 2022

Dal Vangelo di Luca (Lc 1,26-38) 26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.





L’icona è avvolta di oro, la scena, le case, le persone sono avvolte di luce che nel linguaggio iconografico vuole dire l’amore di Dio, il mondo di Dio, i criteri di Dio. E’ la prima Buona Notizia annunciata dall’icona: TUTTO E TUTTI SONO CUSTODITI DALL’AMORE DI DIO. Guardando l’icona questa Promessa di Dio ci sembra qualcosa di molto bello. Ma proviamo a ripetere questo mantra mentre guardiamo il telegiornale? Qualche dubbio ci viene…...Dov’è l’amore di Dio che custodisce tutto e tutti in questo tempo di recessione, di guerre, di covid e malattie, di cultura della sfiducia della mancanca di speranza…. Con i nostri dubbi nel cuore e nella testa vediamo dove l’icona e la Parola di oggi vogliono portarci. L’oro dell’icona sembra riecheggiare il salmo 104, 1-2: “Benedici il Signore anima mia, Signore mio Dio quanto sei grande!...avvolto di luce come di un manto stendi il cielo come una tenda”. L’icona è convinta, come lo è la Chiesa, di questa precedenza di Dio, questa custodia di Dio perché è l’angelo stesso che lo dice come prima Parola rivolta a Maria. L’icona traduce in oro le parole dell’angelo a Maria: “Piena di grazia” che si può tradurre in “beneamata, in tu hai il favore di Dio”. “Il Signore è con te”. Questo è il punto di partenza di ogni storia, di ogni persona. Ma le mani incrociate di Maria, che dicono il suo consenso, portano il segno della croce. Il Signore è con Maria non come nella favole di Disney ma come ce lo rivela la vita se siamo capaci di osservarla. Per nascere e avere noi la vita, la nostra mamma deve soffrire; per vivere un germoglio, la foglia deve cadere. E’ la scoperta che ha fatto Etty Hillesum se in campo di concentramento riesce a parlare di lacrime di profonda emozione per Dio e di riconoscenza; riesce a parlare di catena di miracoli interiori che le stanno accadendo in quella situazione tragica. Ce lo rivela la storia di Gesù che ha sperimentato un Padre con Lui, nella morte che non vince. Ma c’è anche un altro dettaglio che ci aiuta a credere a questa promessa che Dio è con noi. Lo dice l’overture del racconto evangelico: “al sesto mese”. Il vangelo cioè fa partire il racconto che stiamo contemplando, l’annunciazione, da un altro episodio, dal fatto che una donna sterile e anziana, Elisabetta, da sei mesi sta portando nel grembo la vita di una nuova creatura, Giovanni. E’ come se l’angelo invitasse Maria a collocarsi nel suo oggi, in quello che sta succedendo e che sta

sconvolgendo i suoi piani, lasciando uno spiraglio di fiducia in un Dio, forse incomprensibile, ma capace di far ricominciare storie, di portare vita dove c’è morte. Quello di Elisabetta è un altro episodio impossibile. Un altro episodio importante da ricordare e da cui far dipendere la scansione del tempo: si conta il tempo di Maria a partire da quando Dio è entrato nella storia di Elisabetta. Il Dio di Gesù è un Dio che vuole la vita di tutto e di tutti. L’evangelista Giovanni (10,10) dice che Gesù è venuto “perché abbiamo la vita in abbondanza”. Perché questa promessa non ci metta dentro delle illusioni e poi delle disillusioni, alla prima difficoltà, ma ci faccia entrare nel Mistero vorrei raccontare una storia. L’artista Matisse ha sperimentato un poco di questa vita in abbondanza, non perché priva di difficoltà, ma perché un fiume di vita ha continuato a scorrere anche quando pensava che tutto sarebbe finito. A settant’anni subì un importante intervento per cancro allo stomaco nell’ospedale di Lione e doveva morire. Una volta dimesso si trasferì a Vence, nell’entroterra di Nizza. Una giovane infermiera lo assisteva. Non era un paziente facile, se ne sta tutto il giorno in una stanza, infastidito dalla sua immobilità. Eppure era sempre alla ricerca di un modo del nuovo per dipingere, anche in quella precaria condizione fisica. Uscito dall’ospedale, l’infermiera che lo aveva assistito, diventata monaca, gli chiese di dipingere la Cappella del convento. Costretto in sedia a rotelle, anche qui trovò una soluzione per dipingere le pareti: con le forbici modellava forme da lui immaginate, con l’aiuto di un assistente le appuntava a spillo su base cartacea così per realizzare l’insieme che veniva poi dipinto. Quando le sue condizioni di salute peggiorarono e non potè più recarsi alla Cappella, allestì uno studio in un hotel di Nizza dove lavorò su cartoni a grandezza naturale. Nei tredici anni che Matisse visse dopo l’operazione, pur se anni segnati dalla sofferenza e dagli impedimenti fisici, dal suo malumore e malessere anche psichico, furono per lui gli anni più felici, luminosi dal punto vista artistico e umano. Questa storia a me aiuta a capire un poco della pienezza di vita possibile, reale, quella che ci sta già capitando e di cui magari non ci accorgiamo perché inseguiamo l’idea che debba essere priva di fatica e di ostacoli. Come a Matisse, il Dio della Vita ha fatto accadere qualcosa di impossibile ad Elisabetta e questo basta a convincere Maria. Il Signore si è fatto strada nel cuore di Maria attraverso il racconto di sorti che vengono rovesciate, di promesse mantenute. Il pozzo. Nelle icone dell’Annunciazione spesso c’è un pozzo come traccia lasciata dai Vangeli apocrifi che narrano l’evento in due momenti distinti: Maria incontra l’angelo al pozzo che è il luogo dove avvengono nella storia sacra tutti gli incontri importanti, dove si prendono decisioni, dove si decide il futuro. E poi Maria rientra in casa. Cosa ci dice questo pozzo? Che Maria quel giorno stava facendo qualcosa di molto comune, di molto quotidiano. Come tutti i giorni stava andando a prendere acqua. Ma quel giorno, quel quotidiano, quel gesto diventa di l’incontro decisivo della sua vita, quel gesto si rivela di una profondità unica perché si incontra il Cielo e la Terra. Questo pozzo mi fa venire alla mente un’esperienza della nostra amica Etty che sempre in campo di concentramento arriva a dire:” Tutto avviene secondo un ritmo più profondo che si dovrebbe insegnare ad ascoltare, è la cosa più importante che si può imparare in questa vita”. L’angelo porta un annuncio sconvolgente ma l’atteggiamento del suo corpo, quasi senza peso, è di pacata serenità. Rappresenta le tre parole fondamentali per ogni vita: “Non temere. Hai trovato grazia….nascerà”. L’angelo parla a Maria di gioia, di liberazione dalla paura e di vita che continua. Parla di Vangelo, di buona notizia che la vita vince! Gioisci perché sei amata prima della tua risposta; non temere: davanti a tutti i tuoi dubbi su questa storia così impossibile, difficile e rischiosa per te, per Giuseppe, per il bambino ricordati che “Dio sarà con te” “Il suo Spirito sarà con te”. Anche Abramo, Mosè hanno imparato a portare avanti progetti impossibili forti della promessa di Dio “ Io sarò con te”. Le mani incrociate. Abbiamo già detto che sono un richiamo alla croce. Rivelano l’atto finale quando Maria dopo aver obiettato, chiesto spiegazione, espresso i suoi dubbi e perplessità si convince che qui Dio sta muovendo la storia. Non è facile ma è entrata nel ritmo profondo e a quel punto dice “Eccomi”, dice il suo si a ciò che le sta succedendo e a tutte le conseguenze di questa sua disponibilità.



Un altro artista, Antonello da Messina, dipinge nel 1473 la famosissima “Annunciata” che si trova a Palermo. L’artista vuole esplorare la psiche, i sentimenti, il profondo di Maria. Vuole capire che cosa è accaduto in lei e la ritrae a evento concluso, quando l’angelo è già andato via facendo muovere le pagine del libro aperto davanti a lei. Il fondo scuro ci permette di concentraci nei dettagli. Maria porta un velo simile a quello delle monache. La mano sinistra chiude il velo a preservare l’evento che è successo, a ricordarlo, a trattenerlo, a proteggerlo. L’altra, invece, sembra fermare l’angelo perché resti con lei ancora un poco. E’ una mano quasi sulla difensiva. Ma è il volto a rivelare, un modo magistrale, il lavorio interiore di questa donna. Se guardiamo solo gli occhi cogliamo un’espressione pensante, profonda, dubbiosa. Se però la nostra attenzione si sposta alla bocca qui vediamo che nella fermezza della posa, le labbra si aprono ad un sorriso. Antonello con la sua immagine vuole farci fare un cammino con Maria: i messaggi apparentemente contraddittori delle mani e del volto in realtà vogliono mostrarci i diversi momenti successivi vissuti da Maria. L’eccomi di Maria non piove dal cielo e non è la risposta immediata della giovane di Nazareth. Il suo si è il frutto di un cammino interiore, di un confronto con l’angelo, con le Scritture, con Dio. E’ frutto di una vita, di un’attesa dove scopre Dio nel cuore della realtà. Con Etty Hillesum diciamo “Davvero scoprire questo è la cosa più importante da imparare nella vita”.

 
 
 

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